Sotto il campanaro

Ci fu un abate sotto il Campanaro

Ci fu un abate sotto il campanaro *
che dei paesani diè un giudizio amaro.
Li disse "disuniti
e dediti alle liti
e a rammollirsi sotto il campanaro".

* Campanaro, è il campanile. 
   Sotto il campanaro, all’ombra del campanile, nel cuore del paese.

Precedente Ciomme e la lanìa Successivo La mia vita

17 commenti su “Sotto il campanaro

  1. Paesanino il said:

    Può piacere o non piacere, ma il limerick si ispira a un documento storico, richiamandolo quasi alla lettera.

    Leggo nella Tavola di Toro di Giovanni Mascia (pag. 96) che il 5 giugno 1688 un rovinoso terremoto si abbatté su Toro. L’abate Orazio Minimi incaricato dal cardinale Benedetto Pamphili, abate di Santa Sofia di Benevento e padrone di Toro, per una ricognizione dei guasti causati dal terremoto, lasciò un giudizio negativo dell’indole della popolazione torese che ascendeva allora ad appena 590 abitanti (136 fuochi). I toresi, secondo l’abate, pur godendo di “tre feudi di boni terreni e siti” erano piuttosto miserabili per la loro pigrizia”, “tra loro disuniti” e “applicati piuttosto alle liti spendendo allo sproposito”.

  2. cicabu il said:

    Siamo molto lontani ma proprio per questo leggo volentieri questi post sulla tua terra..tradizioni..proverbi..accadimenti lontani..

    Ciao..serenanotte..^^

  3. bucciadimela il said:

    Credo si possa applicare a molte situazioni di oggi, anzi in un primo momento ho pensato proprio a questo: che ti riferissi, attraverso una forma figurata, a qualcosa di attuale, attualissimo (se non si è capito, alla perdita di tempo e di pubblico denaro che si sta compiendo in quel di Montecitorio…)

  4. Gliorti il said:

    cara bucciadimela, quanto hai ragione quando scrivi ” e mandarli tutti a laurà?”

  5. artemidoro il said:

    l’abate diè un giudizio assai triste

    del popolo e delle sue sviste

    ma rispose il sagrestano

    così di botto ,con accento strano

    o cari paesani, gente bella

    meglio (sotto)la campana che la “cappella”

  6. artemidoro il said:

    l’abate dei paesani diè un giudizio triste

    ma, rispose….. cose mai viste,

    dal fondo un sagrestano

    con una croce e una falce in mano

    amici cari, meglio sotto un campanile,

    che sotto la terra di un badile,

    e io ho sempre nella valigia

    un abito rosso e un nero per franchigia

    se mi si da poi la benedizione

    altro che disuniti:questa è l’Unione

  7. artemidoro il said:

    l’abate dei paesani diè un giudizio triste

    vedendo in loro,la sua e interna divisione

    perchè con in mano la falce ed una croce

    non ascoltava del suo popolo la voce

    credendosi al sicuro in “quella unione”

    e poi a dirla tutta son cose mai viste

    che gente ritenuta imbelle

    trovi sotterfugi sotto le cappelle

  8. anonimo il said:

    RISPOSTA PER LE RIME

    Ci fu un paesano sotto il campanaro

    che al nostro abate fè il soggiorno amaro

    quando a quel rompiballe

    gli accarezzò le spalle

    con una mazza sotto il campanaro.

    L’Altropoeta

  9. artemidoro il said:

    chiedo scusa per il numero di poesie….è che splinder sembrava non caricare i commenti .Non ricordando esattamente i versi li ho ricostruiti ogni volta e sono venute fuori una serie di estemporanee varianti.Cancellate ciò che volete. Saluti

  10. anonimo il said:

    Bella, Paesanino, l’idea di comporre un limerick storico.

    Meno belle, le affermazioni del nostro “buon” abate, che sembra non abbia affatto gradito il breve soggiorno torese!

    Complimenti

    Incanto lirico

  11. cicabu il said:

    grz per il commento che mi hai lasciato..bella battuta..ciaoo..serenanotte..o buongiorno?

    ^^

  12. Paesanino il said:

    Mi sorprendono piacevolmente i messaggi di Bucciadimele, Gliorti, Artemidoro. Non avrei mai pensato che un limerick storicamente e geograficamente datato, ideato e annotato per una fruizione locale, potesse essere letto in chiave metaforica. Me ne compiaccio assai. Evidentemente la concisione dei versi ne favorisce una lettura meno “ristretta”.

    Grazie anche all’Altropoeta, che rendendo pan per focaccia, punisce, sempre metaforicamente, il linguacciuto abate.

    Buona giornata

  13. AbigailGilmore il said:

    I corsi e ricorsi della storia: tutto si ripete, in un circolo, con eventi lontani che fanno da apriporta al futuro. E così si leggono allusioni presenti nel limerick dell’abate a Toro. Di toresi “sfaticati”, però, ho sentito parlare anch’io, in epoca relativamente recente: si pensi alle terre di c.da selva, che i toresi hanno venduto a riccesi & co….forse perchè stanchi di coltivarle! E oggi, guardando le belle case e i campi curati il torese passa e dice “Questo era il “territorio” mio!”…Era…Ciao paesanino and friends!

  14. vera.stazioncina il said:

    e oggi i toresi sono sempre disuniti e dediti alle liti o qualcosa delle origini si è mutato?

    un sorriso

    veradafne

    ( da quel che emerge da qui..è che alcuni discendenti si siano uniti sul blog…:)

  15. GiMascia il said:

    Alt, un momento, amici!

    Si fa presto a parlare di divisioni, litigiosità, pigrizia. Ma senza voler abusare della pazienza di nessuno, va precisato che ai tempi della visita dell’abate, Toro (che era uno dei dieci comuni più popolosi del Molise) era stato colpito dalla peste del 1656, che lo aveva spopolato, ammazzando circa il 75 per cento della popolazione, lasciando in vita solo poche centinaia di persone. Come se non bastasse, meno di trent’anni dopo sul paese si era abbattuta la scure del terremoto del 1688: la classica acqua bollita sul cotto!

    Certo che l’abate vi trovò gente sfiduciata, avvilita, ecc. Sarebbe stato strano il contrario.

    Cordiali saluti

    Giovanni

  16. anonimo il said:

    Diceva un famoso sindaco di Toro ” Val’ chju’ a m’reje du campanar che tutt’ a Mer’ca ” ( vale più l’ombra del nostro campanile che tutta l’America ). Non a caso siamo dei grandi campanilisti. Non è vero che i toresi sono sfaticati, lavorano in tutto il mondo, dalle miniere del Belgio alle fattorie Argentine, dalle fabbriche Tedesche a quelle Americane. Amano la vita e sono convinti che sia meglio un uovo oggi che la gallina domani. Loro non litigano.. discutono in modo animato e cercano di far valere la propria opinione. Quello torese è un popolo di persone oneste che rispetta gli altri e le cose degli altri , ci possiamo ancora permettere di tenere le chiavi alle porte di casa. Il torese è un uomo libero e l’abate rappresentava il padrone….non mi meraviglia la fredda ed apatica accoglienza.

    Saluti a tutti

    Peppe

I commenti sono chiusi.