Ci fu un abate sotto il campanaro *
che dei paesani diè un giudizio amaro.
Li disse "disuniti
e dediti alle liti
e a rammollirsi sotto il campanaro".
* Campanaro, è il campanile.
Sotto il campanaro, all’ombra del campanile, nel cuore del paese.
Un po' per ridere, un po' per non morire
Ci fu un abate sotto il campanaro *
che dei paesani diè un giudizio amaro.
Li disse "disuniti
e dediti alle liti
e a rammollirsi sotto il campanaro".
* Campanaro, è il campanile.
Sotto il campanaro, all’ombra del campanile, nel cuore del paese.
Può piacere o non piacere, ma il limerick si ispira a un documento storico, richiamandolo quasi alla lettera.
Leggo nella Tavola di Toro di Giovanni Mascia (pag. 96) che il 5 giugno 1688 un rovinoso terremoto si abbatté su Toro. L’abate Orazio Minimi incaricato dal cardinale Benedetto Pamphili, abate di Santa Sofia di Benevento e padrone di Toro, per una ricognizione dei guasti causati dal terremoto, lasciò un giudizio negativo dell’indole della popolazione torese che ascendeva allora ad appena 590 abitanti (136 fuochi). I toresi, secondo l’abate, pur godendo di “tre feudi di boni terreni e siti” erano piuttosto miserabili per la loro pigrizia”, “tra loro disuniti” e “applicati piuttosto alle liti spendendo allo sproposito”.
Siamo molto lontani ma proprio per questo leggo volentieri questi post sulla tua terra..tradizioni..proverbi..accadimenti lontani..
Ciao..serenanotte..^^
Credo si possa applicare a molte situazioni di oggi, anzi in un primo momento ho pensato proprio a questo: che ti riferissi, attraverso una forma figurata, a qualcosa di attuale, attualissimo (se non si è capito, alla perdita di tempo e di pubblico denaro che si sta compiendo in quel di Montecitorio…)
cara bucciadimela, quanto hai ragione quando scrivi ” e mandarli tutti a laurà?”
Per favore ragazze, più tolleranza e meno qualunquismo. Grazie.
Luca
l’abate diè un giudizio assai triste
del popolo e delle sue sviste
ma rispose il sagrestano
così di botto ,con accento strano
o cari paesani, gente bella
meglio (sotto)la campana che la “cappella”
l’abate dei paesani diè un giudizio triste
ma, rispose….. cose mai viste,
dal fondo un sagrestano
con una croce e una falce in mano
amici cari, meglio sotto un campanile,
che sotto la terra di un badile,
e io ho sempre nella valigia
un abito rosso e un nero per franchigia
se mi si da poi la benedizione
altro che disuniti:questa è l’Unione
l’abate dei paesani diè un giudizio triste
vedendo in loro,la sua e interna divisione
perchè con in mano la falce ed una croce
non ascoltava del suo popolo la voce
credendosi al sicuro in “quella unione”
e poi a dirla tutta son cose mai viste
che gente ritenuta imbelle
trovi sotterfugi sotto le cappelle
RISPOSTA PER LE RIME
Ci fu un paesano sotto il campanaro
che al nostro abate fè il soggiorno amaro
quando a quel rompiballe
gli accarezzò le spalle
con una mazza sotto il campanaro.
L’Altropoeta
chiedo scusa per il numero di poesie….è che splinder sembrava non caricare i commenti .Non ricordando esattamente i versi li ho ricostruiti ogni volta e sono venute fuori una serie di estemporanee varianti.Cancellate ciò che volete. Saluti
Bella, Paesanino, l’idea di comporre un limerick storico.
Meno belle, le affermazioni del nostro “buon” abate, che sembra non abbia affatto gradito il breve soggiorno torese!
Complimenti
Incanto lirico
grz per il commento che mi hai lasciato..bella battuta..ciaoo..serenanotte..o buongiorno?
^^
Mi sorprendono piacevolmente i messaggi di Bucciadimele, Gliorti, Artemidoro. Non avrei mai pensato che un limerick storicamente e geograficamente datato, ideato e annotato per una fruizione locale, potesse essere letto in chiave metaforica. Me ne compiaccio assai. Evidentemente la concisione dei versi ne favorisce una lettura meno “ristretta”.
Grazie anche all’Altropoeta, che rendendo pan per focaccia, punisce, sempre metaforicamente, il linguacciuto abate.
Buona giornata
I corsi e ricorsi della storia: tutto si ripete, in un circolo, con eventi lontani che fanno da apriporta al futuro. E così si leggono allusioni presenti nel limerick dell’abate a Toro. Di toresi “sfaticati”, però, ho sentito parlare anch’io, in epoca relativamente recente: si pensi alle terre di c.da selva, che i toresi hanno venduto a riccesi & co….forse perchè stanchi di coltivarle! E oggi, guardando le belle case e i campi curati il torese passa e dice “Questo era il “territorio” mio!”…Era…Ciao paesanino and friends!
e oggi i toresi sono sempre disuniti e dediti alle liti o qualcosa delle origini si è mutato?
un sorriso
veradafne
( da quel che emerge da qui..è che alcuni discendenti si siano uniti sul blog…:)
Alt, un momento, amici!
Si fa presto a parlare di divisioni, litigiosità, pigrizia. Ma senza voler abusare della pazienza di nessuno, va precisato che ai tempi della visita dell’abate, Toro (che era uno dei dieci comuni più popolosi del Molise) era stato colpito dalla peste del 1656, che lo aveva spopolato, ammazzando circa il 75 per cento della popolazione, lasciando in vita solo poche centinaia di persone. Come se non bastasse, meno di trent’anni dopo sul paese si era abbattuta la scure del terremoto del 1688: la classica acqua bollita sul cotto!
Certo che l’abate vi trovò gente sfiduciata, avvilita, ecc. Sarebbe stato strano il contrario.
Cordiali saluti
Giovanni
Diceva un famoso sindaco di Toro ” Val’ chju’ a m’reje du campanar che tutt’ a Mer’ca ” ( vale più l’ombra del nostro campanile che tutta l’America ). Non a caso siamo dei grandi campanilisti. Non è vero che i toresi sono sfaticati, lavorano in tutto il mondo, dalle miniere del Belgio alle fattorie Argentine, dalle fabbriche Tedesche a quelle Americane. Amano la vita e sono convinti che sia meglio un uovo oggi che la gallina domani. Loro non litigano.. discutono in modo animato e cercano di far valere la propria opinione. Quello torese è un popolo di persone oneste che rispetta gli altri e le cose degli altri , ci possiamo ancora permettere di tenere le chiavi alle porte di casa. Il torese è un uomo libero e l’abate rappresentava il padrone….non mi meraviglia la fredda ed apatica accoglienza.
Saluti a tutti
Peppe